Domande varie

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  1. Dott.ssa Scala
     
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    Questo spazio è dedicato a tutti i vostri dubbi; avanti con le domande!
     
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  2. Dott.ssa Scala
     
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    Gentili corsisti,

    vi posto un messaggio di una vostra collega (che ha avuto problemi ad inserirla nel forum e me l'ha inviata per e-mail).

    "Gentile Dottoressa,
    avrei bisogno di un chiarimento, in quanto poco esperta in materia, e chiedo scusa per la domanda che potra' sembrare di grande stupidita'.
    I DSA non sono dovuti ad un Mancato Sviluppo Intellettivo, tuttavia sono dovuti a disfunzioni del sistema nervoso..Potrebbe spiegarmi la differenza fra i due concetti?? :(
    La mia confusione deriva anche dal caso di un bambino che attualmente ha 6 anni ma , solo da un anno , grazie all'aiuto di un Logopedista, ha iniziato a parlare, e che non e' stato ammesso a frequentare la scuola elementare, poiche' ragiona e si comporta come un bimbo di 4 anni. Lo psicologo pero' ha detto che non ha alcun Handicap ...????
    Inoltre e' stato riscontrato che in famiglia, la nonna paterna sin da giovane non e' mai stata una donna "molto intelligente", ha sempre avuto bisogno della guida e dei comandi del marito per portare avanti la famiglia, si e' dunque pensato ad un problema ereditario.
    Pensa sia possibile una Diagnosi di DSA legata a cause ereditarie??
    Grazie!!"
     
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  3. Dott.ssa Scala
     
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    La comunità scientifica internazionale (Consensus Conference) è d’accordo nell’individuare l’origine dei DSA nella presenza di anomalie congenite in alcune aree cerebrali, ciò significa che la struttura cerebrale e le connessioni neuronali necessari all’elaborazione dell’informazione si sviluppano in modo diverso dalla norma: non si tratta di una mancanza ma di un processo diverso.
    Tali deficit hanno cause diverse, non sono di carattere lesionale ma congenito (cioè presenti dalla nascita), e coinvolgono il substrato neurobiologico interessato nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Ad esempio, la dislessia, è determinata da una disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato. La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici: il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro.
    Per fare diagnosi di DSA è necessario tener conto di due elementi:
    1) Specificità: deve essere un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo), lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale (come nel caso del Ritardo Mentale).
    2) Discrepanza: differenza sostanziale fra le prestazioni nel dominio specifico interessato e il funzionamento intellettivo generale.
    Gli studi condotti su famiglie di bambini con DSA e su gemelli omozigoti con DSA confermano in buona misura una base genetica. È probabile, quindi, che un genitore o un parente stretto di un bambino con DSA abbia avuto, a sua volta, problemi nell'imparare a leggere, a scrivere o nel calcolo.
    Nel caso del bambino di cui lei parla è difficile capire se possa trattarsi di un DSA odi un ritardo mentale, dalla frase che lei scrive ("ragiona e si comporta come un bimbo di 4 anni") sembrerebbe più plausibile un Ritardo Mentale, ma bisognerebe approfondire il caso.
     
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  4. isata
     
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    Gentile Dottoressa,
    scusi il ritardo con cui le rispondo.
    Innanzitutto la ringrazio per aver risposto alla mia email, e per aver chiarito un mio dubbio.
    Cio' che mi lascia perplessa e' l'atteggiamento del professionista in questione, che non ha tenuto in considerazione minimamente in considerazione la possibile componente ereditaria del disturbo.
    Quanto alla precisa Diagnosi del bimbo in questione...non so cosa dirle..poiche' la madre sta facendo di tutto per non rendere nota la situazione reale del figlio, (di sicuro per proteggerlo), , e le sono sfuggite soltanto poche frasi (quelle che le ho scritto).
    E' spiacevole dover appurare che i familiari ancora oggi percepiscano il problema come "fonte di vergogna ".
    Grazie ancora.


    Auguri di Buona Pasqua a tutti!!
     
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  5. Dott.ssa Scala
     
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    Sono d'accordo con lei sul fatto che l'atteggiamento del professionista lasci qualche dubbio....però bisognerebbe entrare più nel dettaglio per comprendere realmente la diagnosi effettuata. Per quanto riguarda il comportamente dei genitori è molto diffusa la paura di ammetere i problemi del figlio, per cui sembra più semplice nasconderli cercando di aiutare il figlio da soli...ciò può tuttavia portare a stanchezza, nervosismo, impazienza...tutti atteggiamenti che non aiutano affatto un bambino in difficoltà.
     
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  6. mavin2
     
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    Buongiorno, avrei bisogno di un chiarimento. Ho qualche dubbio sulla differenza tra legge 104 e legge 170 sui dsa: il bambino con diagnosi di dsa fa un percorso scolastico differente? Non ha l'insegnante di sostegno, giusto? Come si devono comportare la scuola e i docenti di fronte una diagnosi di dsa? Ok, si redige il PDP ma nel concreto il bambino fa dei programmi differensiati rispetto agli altri?
    Grazie
    Matteo
     
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  7. Dott.ssa Scala
     
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    Ciao Matteo,
    la Legge 104 (Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) prevede una particolare attenzione, un atteggiamento di “cura educativa” nei confronti degli alunni con disabilità che si esplica in un percorso formativo individualizzato, al quale partecipano, nella condivisione e nell’individuazione di tale percorso, più soggetti istituzionali, scardinando l’impianto tradizionale della scuola ed inserendosi nel proficuo filone dell’individualizzazione e dell’attenzione all’apprendimento piuttosto che l’insegnamento.
    Tale Legge prevede il Profilo Dinamico Funzionale e il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.), questi sono i momenti concreti in cui si esercita il diritto all’istruzione e all’educazione dell’alunno con disabilità.
    Sulla base del PEI, i professionisti delle singole agenzie, ASL, Enti Locali e le Istituzioni scolastiche formulano, ciascuna per proprio conto, i rispettivi progetti personalizzati:
    - il progetto riabilitativo, a cura dell’ASL (L. n. 833/78 art 26);
    - il progetto di socializzazione, a cura degli Enti Locali (L. n. 328/00 art 14);
    - il Piano degli studi personalizzato, a cura della scuola (D.M.. 141/99, come modificato dall’art. 5, comma 2, del D.P.R. n. 81/09).
    Infine, l'alunno rinocosciuto disabile ha diritto all'insegnante di sostegno.
    La Legge 170 riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo.
    Il tipo di intervento per l’esercizio del diritto allo studio previsto dalla Legge 170 è differente da quello della Legge 104, infatti si focalizza sulla didattica individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative e su adeguate forme di verifica e valutazione.
    Il bambino dsa non ha insegnante di sostegno e non svolge un programma didattico differente dal resto della classe (salvo casi molto gravi); viene redatto il PDP allo scopo di individuare gli strumenti più adatti all'apprendimento del bambino (strumenti compensativi) e le modalità più efficaci nella gestione della sua problematica (misure dispensative); vengono anche definite le modalità di verifica più appropriate allo scopo di personalizzare il percorso formativo. Con la personalizzazione si persegue l’obiettivo di raggiungere i medesimi obiettivi attraverso itinerari diversi. Questa strategia implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione didattica e di trasmissione dei processi del “sapere” e del “saper fare” in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni.
     
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  8. MariannaGiordano
     
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    Pongo un quesito riguardo alla valutazione. Mi si presenta una bambina di 3 elementare, 7 anni, purtroppo con primina. Dico purtroppo, perchè considerata la situazione farle fare un salto le ha tolto tempo prezioso. Cmq.. ad un primo colloquio appare chiaro che l'eloquio della bambina rivela scarse competenze fonologiche e sintattiche. In pratica non discrimina i suoni occlusivi, pronunciando le coppie Pe B, D e T e C e G nello stesso modo, assordando i suoni. Inoltre utilizza scarsamente i funtori grammaticali ed ha difficoltà nel coniugare correttamente i verbi. L'anamnesi conferma i miei dubbi, infatti emerge un trattamento logopedico che purtroppo però non ha portato a grandi miglioramenti. Non compare però una diagnosi di Disturbo specifico del linguaggio, anche se a prima vista sembrerebbero esserci diversi indicatori. Primo step da parte mia, valutazione del QI. Ai limiti medio bassi della norma (WISC III Q.I. 84), CPM-47 nella norma. Passo alle prove per valutare lo stato degli apprendimenti e qui sorge il mio dubbio che voglio porre.
    Nella lettura - lenta e difficoltosa- la bambina ovviamente mi legge gli occlusivi così come li usa nell'eloquio spontaneo (B=P; D=T; G=C).
    Li devo considerare come errori fonologici ai fini della valutazione? O tenuto conto del suo evidente deficit metafonologico, posso cmq dare "per buone" le parole che legge bene a parte la discriminazione dei fonemi in questione?
    Spero di essere stata chiara.

    Edited by MariannaGiordano - 8/6/2015, 18:54
     
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  9. Dott.ssa Scala
     
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    Lascio aperta la discussione, in modo che tutti possiate dire la vostra; quindi per il momento tengo per me il mio commento. Discussione molto interessante Marianna!
     
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  10. MariannaGiordano
     
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    grazie...io anche ho una mia idea su come considerare tali errori..però non sono sicura che sia giusta, quindi vorrei discuterne con voi altri e giungere ad una conclusione. sarà interessante il confronto

    ho dimenticato di aggiungere una cosa molto importante.
    Anche alla valutazione del linguaggio scritto ci sono lacune. Il tratto grafico è immaturo, sebbene non sia disgrafica, tuttavia è disortografica, infatti nella prduzione scritta sotto dettato commette errori di vario genere, fra cui quelli fonologici che sono oggetto della mia domanda..
    Non ho ancora valutato le abilità di calcolo perchè si stanca facilmente. Ma gli insegnanti hanno rilevato difficoltà anche in quel dominio.
    Per cui anche se non ho organizzato tutti i dati, sembrerebbe un caso di comorbilità.
     
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  11. Alexxx86
     
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    La questiona è molto interessante e, secondo me, controversa. Credo sia sbagliato considerare errori fonologici quelli commessi dalla bambina nella lettura, ma credo che sia altrettanto errato non considerarli affatto; forse le difficoltà di linguaggio hanno amplificato le problematiche nella lettura e nella scrittura, ma non è detto che siano l'unica causa... cioè, voglio dire, sono le difficoltà di linguaggio che hanno determinato i problemi di apprendimento, o sono i problemi di apprendimento che amplificano le difficoltà nella pronuncia?
    Forse mi sono perso, ma come ho anticipato, la questione mi sembra molto controversa e non riesco a farmi un'idea chiara.
     
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  12. MariannaGiordano
     
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    infatti.. dai vari studi e anche da un seminario del prof. Stella ho appreso che un DSL molto spesso è in comorbilità, se non addirittra precursore di un DSA. Infatti l'incapacità di acquisire le corrette sequenze motorie per l'espressione verbale può avere origine proprio in quel deficit di memoria procedurale dovuto al diverso sviluppo cerebrale della via dorsale... però cmq sulla carta DSL e DSA rimangono due disordini distinti...Per questo mi trovo in difficoltà.. se mi legge PALLA e BALLA allo stesso modo, però poi mi sa indicare sul cartoncino dove c'è scritto con la P o con la B, non so se al test specifico devo cumulare lo stesso errore ai fini del punteggio... bel dilemma..
     
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  13. Dott.ssa Scala
     
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    Marianna, ecco dove volevo farvi arrivare...se la bambina legge PALLA e BALLA allo stesso modo è certamente per il DSL, ma se riesce a distinguere visivamente (quindi indicandoti nel cartoncino la P e la B) le due lettere, allora io non indicherei l'errore al test specifico di lettura. In ogni caso, come avete voi stessi detto, la questione è molto discussa e sicuramente non esiste una risposta giusta in modo assoluto; molto dipenderà dal singolo caso, dalla conoscenza approfondita del bambino/a e della sua situazione scolastica.
    Di fatto, un linguaggio poco sviluppato o inadeguato rappresenta un importante predittore della dislessia evolutiva e della disortografia e già nella scuola dell’infanzia esso consente l’individuazione di casi a rischio relativi al disturbo di lettura e/o di scrittura. Alcuni studi che hanno approfondito la relazione tra DSA e DSL hanno evidenziato che circa la metà dei bambini, in età prescolare, con ritardo nello sviluppo del linguaggio ha mostrato difficoltà di apprendimento nei primi anni della frequenza scolastica, quindi è probabile che il DSL della bambina abbia influito parecchio sulle sue difficoltà nella lettura; tuttavia, io prima concentrerei l'attenzione sui problemi a livello fonologico, e solo dopo aver ottenuto dei miglioramenti a tal proposito riproporrei una valutazione specifica per la Dislessia.
     
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  14. MariannaGiordano
     
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    Salve,
    mi trovo d'accordo con questa considerazione. Come è stato detto non c'è una soluzione univoca, però conoscendo il caso specifico, fino ad ora nella valutazione non ho considerato questo tipo di errori, annotandoli comunque, in modo da capire se i trattamenti logopedici che ha ripreso avranno successo..
    Grazie a tutti per il confronto.
     
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13 replies since 9/4/2014, 08:26   110 views
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