Consigli pratici per gli insegnanti

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  1. Dott.ssa Scala
     
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    Abbiamo più volte sottolineato come il ruolo degli inseganti, sin dalla scuola dell'infanzia, sia fondamentale per supportare i bambini con DSA. Dunque, quali consigli possiamo fare agli insegnanti che alla scuola primaria si trovano in classe uno o più bambini con tali problematiche?
     
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  2. Bianca Rondello
     
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    Il ruolo degli insegnanti, sin dalla scuola dell'infanzia, è fondamentale per supportare i bambini con DSA. Per "supportarli", però, è necessario intendere una gamma di interventi che, partendo dall'analisi dei possibili sintomi fino ad arrivare alla cosiddetta diagnosi precoce, permettano alla triade bambino-famiglia scuola di essere al corrente di ciò che sta succedendo e di prendere le decisioni più idonee per il futuro del soggetto con DSA. Se è vero che a un alunno viene diagnosticato il DSA solo dopo l'ingresso nella scuola primaria, quando però già le difficoltà possono interferire in modo rilevante con le attività giornaliere (che richiedono capacità formalizzate di lettura, scrittura e calcolo) o con gli obiettivi scolastici, è pur vero che durante la scuola dell'infanzia l'insegnante attento e preparato è in grado di osservare l'emergere di difficoltà più globali, ascrivibili comunque ai DSA, come ad esempio difficoltà di orientamento nello spazio e nel tempo (tempo prossimale, ieri, oggi,
    domani), difficoltà di coordinazione dinamica generale e nello svolgimento delle attività riguardanti la manualità fine.
    Intervenire precocemente è fondamentale, visto e considerato che i DSA rappresentano il 4-5 % nella popolazione scolastica, e anche perchè le conseguenze emotive, relazionali e motivazionali potrebbero essere deleterie e potrebbero generare una catena di esperienze ripetute di insuccessi, ansia, bassa autostima o condizionare la personalità del soggetto con DSA. Inoltre i DSA, specie se non diagnosticati, tendono ad aggravarsi nel tempo. Diagnosticare precocemente non significa però apporre un'etichetta diagnostica al soggetto con DSA, ma piuttosto rinforzare le abilità, mediante attività di rafforzamento delle componenti rivelatesi più deboli, che gli consentiranno un approccio positivo agli apprendimenti scolastici.
     
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  3. Dott.ssa Scala
     
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    Ha colto i vari indizi da tenere in considerazione durante la scuola dell'infanzia; arrivati alla scuola primaria, dopo la diagnosi (quindi alla fine della seconda classe) che comportamenti pratici l'insegnante può mettere in atto?
     
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  4. Bianca Rondello
     
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    Ad esempio, visto che gli alunni in generale trascorrono un'ampia porzione della giornata a scuola interagendo con materiali, e che questi a volte offrono poche indicazioni per poter interagire in una grande classe di studenti che apprendono con modi e ritmi assai differenti, una buona cosa sarebbe puntare sullo sviluppo e sull’implementazione dei vari adattamenti (o materiali). L'uso di un registratore (o di un PC), ad esempio, può in alcuni casi ridurre le complicazioni relative alla difficoltà nella lettura o alla scrittura. Le lezioni, ad esempio, se registrate direttamente o scritte al PC (evitando la stesura di appunti indecifrabili una volta giunti a casa), permettono allo studente con DSA di riascoltare la registrazione a casa o di rileggere il contenuto della lezione direttamente da files word. Sempre per agevolare l'apprendimento, è buona prassi semplificare le consegne scritte, rieptendole, riassumendole o sottolineandone ad esempio le parti più significative, le informazioni essenziali. A mio avviso, inoltre, è importante prevedere attività pratiche addizionali. Alcuni materiali (i libri di testo in primis) non prevedono abbastanza attività pratiche per permettere agli studenti con DSA di sviluppare determinate capacità legate agli aspetti relazionali, allo sviluppo delle attività motoriche (manualità fine). Gli insegnanti, pertanto, dovrebbero integrare i materiali con l'aggiunta di attività pratiche, come ad esempio peers educational activities, uso del computer, giochi educativi di gruppo. Sempre tenendo in considerazione l'importanza delle istruzioni date passo-a-passo, poichè le informazioni nuove devono essere presentate in piccole fasi sequenziali. Questo aiuta gli alunni con DSA, con poche conoscenze precedenti sull’argomento, a ricevere istruzioni esplicite. L'aggiunta di attività di tipo pratico non implica affatto lo stravolgimento del programma giornaliero. Anzi, il mantenimento della routine giornaliera deve essere fomentato, visto che molti alunni con DSA hanno bisogno di orari e attività prestabilite per sapere cosa fare con anticipo e dunque fare ciò che ci si aspetta essi facciano. Altri due comportamenti pratici a mio parere importanti sono il ripasso a fine lezione (un riassunto della stessa per riepilogare ciò che si è detto o fatto) e la presentazione di molti esempi, soprattutto attraverso il supporto grafico, per chiarire qualsiasi tipo di concetto, non solo i più complicati.
     
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  5. Dott.ssa Scala
     
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    Come sempre lei riesce ad essere chiara ed al temp stesso molto esaustiva!

    Di seguito schematizzo per tutti alcuni consigli pratici da dare agli insegnanti che si ritrovano ad affrontare i DSA:

    •insegnare la tecnica della sottolineatura, mostrare schemi, mappe e aiutarli nell’organizzarle;
    •usare materiale audiovisivo e tutti i sussidi possibili;
    •richiedere tempi di attenzione contenuti;
    •proporre testi di studio riscrivendoli seguendo le tecniche di semplificazione (impostazione grafica, organizzazione testuale, scelte sintattiche e lessicali)
    •programmare le interrogazioni;
    •proporre molto spesso il lavoro di gruppo (apprendimento cooperativo, peer education);
    •ricordarsi che i bambinidislessici hanno bisogno di più tempo quindi ridurre la quantità di esercitazioni e studio a casa e a scuola

    Per quanto riguarda la lezione vera e propria:
    • informare sul tipo di argomento che si andrà a trattare in modo da create delle aspettative;
    • chiedere di fare ipotesi sul contenuto durante la spiegazione;
    • prevedere momenti di intervallo;
    • ricordare che i tempi di attenzione sono molto ridotti;
    • non chiedere mai “hai capito?” non ve lo dirà mai!
    • porre spesso domande di verifica di comprensione;
    • attenzione al linguaggio specifico;
    • approccio alla pagina;
    • esplicitare gli esercizi da svolgere in classe o per casa (meglio se con un esempio);
    • verificare sempre che abbia compreso la consegna;
    • controllare la gestione del diario;
    • non dimostrare impazienza quando lo interrogate;
    • ricordare quanto è importante per lui il TEMPO;
    • non ammonire davanti a tutti.
     
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4 replies since 9/4/2014, 08:28   30 views
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